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Palle di mare? Egagropile?

PALLE DI MARE? EGAGROPILI? POSIDONIA OCEANICA?

LE “PALLE DI MARE” CHE TROVIAMO LUNGO LE SPIAGGE SONO IN REALTÀ CHIAMATE EGAGROPILE?

Si tratta di palline più o meno grandi di consistenza feltrosa formate dalle foglie morte di Posidonia Oceanica. Sono trasportate sulla battigia e compattate dall’energia di onde e correnti.

La Posidonia Oceanica ha l’importantissimo compito di contenere l’erosione dei litorali. Inoltre ospita più di 350 specie marine differenti, creando un microcosmo incredibile di biodiversità.

Le sue foglie vivono tra i 5 e gli 11 mesi e una volta morte si staccano dalle piante precipitando sul fondo e contribuendo all’alimentazione di molti organismi marini.

Le fibre più resistenti, a causa del movimento del mare, si compattano e formano quelle curiose palle che troviamo sulle spiagge. Se guardate attentamente una “palla di mare”, riuscirete a vedere le singole fibre, e se la aprite fino a sfaldarla vedrete che probabilmente qualche insetto dentro ci ha fatto una casetta.

Questi “scarti biologici” in alcuni casi vengono riutilizzate come fertilizzante per i suoli agricoli, in altri casi sono utilizzati nei pannelli isolanti termici e acustici ad alta efficenza. Ultimamente sono stati anche utilizzati all’interno della produzione di carta ecologica, la cosiddetta carta Alga, della Favini.

Un’altra curiosità che riguarda la Posidonia: si tratta di una delle più antiche forme di vita esistenti!

Il più grande banco di Posidonia Oceanica è stato trovato tra Formentera e Ibizia da un gruppo di esperti dell’Università di Algarve, la pianta potrebbe avere dagli 80mila ai 200 mila anni.

I cambiamenti climatici e l’azione dell’uomo stanno velocemente mettendo a rischio una specie davvero longeva e resistente, la pianta è sopravvissuta alla glaciazione ma è oggi messa a rischio dal riscaldamento globale.

La Posidonia impiega 600 anni per raggiungere una superficie di 80 metri quadri.

Le principali minacce per le praterie di Posidonia oceanica sono l’inquinamento delle acque, l’ancoraggio, le spiagge artificiali e l’eliminazione delle foglie morte di Posidonia oceanica dalla spiaggia.