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Esplorazione di grotte subacquee in Cina

PROSEGUE L’ESPLORAZIONE DI GROTTE SUBACQUEE IN CINA

CONCLUSA LA QUARTA SPEDIZIONE DEL PROGETTO SCKPP CHE PREVEDE L’ESPLORAZIONE DI GROTTE SUBACQUEE IN CINA: RAGGIUNTE PROFONDITÀ FINO A 90 METRI

 

Prosegue il progetto “SCKPP” (South China Karts Plain Project) per la ricerca e l’esplorazione di grotte sommerse in Cina, nell’area Sud. Nei giorni scorsi si è conclusa la quarta spedizione del team internazionale, a cui hanno partecipato anche Simone Nicolini e Marco Bossi, unici due italiani.

L’esplorazione ha richiesto uno sforzo logistico importante, vista l’assenza di strutture di appoggio nella zona. Ma le soddisfazioni non sono certo mancate: il team ha potuto esplorare e documentare cavità sommerse fino a 90 metri di profondità, con ulteriori diramazioni ancora tutte da scoprire, in una regione che offre uno dei paesaggi carsici tropicali più spettacolari al mondo.

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LA REGIONE DEL GUANGXI: PAESAGGI DA FAVOLA E… TANTE GROTTE!

La regione autonoma del Guangxi si trova nel sud della Cina, al confine con il Vietnam. L’area è conosciuta per il paesaggio tipicamente carsico, ovvero ricco di formazioni geologiche sia in superficie che nel sottosuolo, scavate dall’azione chimica e meccanica dell’acqua nel corso dei secoli: canyon e gole, picchi rocciosi simili a torri, laghi, inghiottitoi, risorgive e – ovviamente –  molte grotte, cavità e spaccature sia asciutte che allagate, caratterizzate dalla presenza di formazioni calcaree (stalattiti e stalagmiti) e spesso collegate tra loro da corsi d’acqua sotterranei.

QUESTO SCENARIO NATURALE SPETTACOLARE HA RESO IL FIUME LIJIANG FONTE DI ISPIRAZIONE DI POETI E PITTORI.

Il fiume collega le città Guilin e Yangshuo, in un paesaggio mozzafiato, tra colline verdissime con picchi rocciosi alti fino a 300 metri. Di notte i pescatori navigano lungo il corso d’acqua con le loro lanterne, secondo una pratica di pesca millenaria. È possibile ammirare anche altre meraviglie come le cascate Detian al confine con il Vietnam e le tradizionali risaie a terrazze, realizzate su pendici di colline ripidissime, alte fino a mille metri, nella contea di Longsheng.

Sebbene le esplorazioni speleologiche nella regione del Guangxi siano iniziate molti anni fa, solo negli ultimi anni si sono rivolte anche alla parte subacquea e tutt’oggi sono molte le grotte ancora inesplorate.

 

IL PROGETTO

Il progetto SCKPP è nato nel 2016 da un gruppo di istruttori e cave divers con lo scopo di scoprire, preservare e rendere fruibili in sicurezza nuove grotte sommerse nella regione. Dal 2016 sono iniziate le spedizioni del team internazionale per individuare ed esplorare le grotte; documentarle con mappature, rilievi in 3D e immagini foto/video; posizionare al loro interno una sagola guida e gli avvisi di sicurezza e infine formare e incentivare le associazioni subacquee locali ad organizzare addestramenti e nuove esplorazioni, oltre a mantenere in efficienza la segnaletica.

La prima spedizione, nell’ottobre del 2016, ha subito confermato al team di 15 speleo subacquei quello che all’inizio era solo un sospetto: le grotte già esplorate nella zona non sono che una minima parte di quelle esistenti. Da quel momento, ogni successiva spedizione si pone l’obbiettivo di spingere in avanti (e in profondità) l’esplorazione delle cavità avvistate nelle spedizioni precedenti, oltre a cercare nuove grotte da esplorare.

 

LE IMMERSIONI ESPLORATIVE: STRATEGIA E LOGISTICA

La necessità di reperire miscele, allestire un campo base e una stazione di ricarica senza alcuna struttura di appoggio, rende molto complessa l’organizzazione logistica della spedizione. Un team si dedica pertanto esclusivamente a questi aspetti, provvedendo all’organizzazione degli spostamenti, alla ricarica delle bombole, all’approvvigionamento di materiali, di acqua potabile e pasti, risolvendo una quantità enorme di imprevisti… anche con l’aiuto degli abitanti dei villaggi vicini.

 

 

 

 

 

 

Ogni team ha un compito diverso: supporto (posizionamento e recupero bombole decompressive), esplorazione, realizzazione di riprese foto/video, raccolta dati per rilievi geologici 3D e attività di “scouting”, ovvero ricerca di nuove grotte.

Dopo un paio di tuffi eseguiti in una grotta già conosciuta per affiatare il gruppo e fare un po’ di “riscaldamento”,nell’ultima spedizione il team ha proseguito l’esplorazione di una grotta che era stata individuata ed esplorata due anni fa, ma solo fino a 40 metri di profondità. In superficie, l’ingresso della grotta è in corrispondenza di un laghetto. Una volta immersi si arriva a una prima stanza di ingresso, alla quale seguono due grandi bolle d’aria con stalattiti. Subito sotto, si apre una grande camera sommersa dalla quale partono vari tunnel, cunicoli e un ramo principale da cui proviene la corrente d’acqua.

IL PRIMO TEAM HA POSIZIONATO LE BOMBOLE DECOMPRESSIVE FINO A 36 METRI.

A seguire, il team di esplorazione ha iniziato l’immersione utilizzando miscele trimix in circuito aperto e portando con sé 3 bombole stage con gas di fondo, oltre a una decompressiva fino a 57 metri. I sub hanno proseguito lungo il ramo principale, stendendo una prima sagola (exploration line) fino a 90 metri di profondità, potendo così ammirare per la prima volta queste meraviglie.

 

 

 

 

 

 

 

 

A quel punto la grotta si restringe ma prosegue ulteriormente. Le prossime esplorazioni partiranno infatti proprio da qui ma, data la profondità impegnativa, saranno condotte in circuito chiuso. Al rientro lungo la sagola il team di esplorazione utilizza le bombole decompressive già posizionate alla loro quota di utilizzo e può lasciare le stage di fondo ormai vuote.

L’acqua è limpidissima all’andata, anche se ricca di sedimenti sulla parte alta della volta che si staccano al passaggio dei subacquei, intorbidendola. Al ritorno infatti si ha spesso visibilità zero.

Dopo che gli altri team hanno completato le attività di rilevo, realizzazione di immagini foto/video e installazione segnaletica, un’ultima immersione consente di recuperare tutte le bombole.

 

MAPPATURA, DOCUMENTAZIONE RILIEVI 3D

La documentazione è fondamentale nelle attività di esplorazione, perché ovviamente non esistono disegni e rilievi di queste cavità sotterranee.

Oltre a foto e video infatti, il team SCKPP ha raccolto tutti i dati necessari a realizzare un rilievo 3D. Un aspetto molto importante che richiede un lavoro complesso e certosino: lungo la main line vengono segnati dei punti numerati; per ogni punto viene registrata la profondità, la distanza, la direzione e altri dati; tutte le misure vengono riportate su carta per realizzare un primo bozzetto e, una volta a casa, inizia il lavoro al computer.

Oltre ad essere utili ai subacquei che vogliono programmare escursioni in queste grotte, i rilievi in 3D sono molto importanti per conoscere e mappare la conformazione del sottosuolo, oggi completamente sconosciuta.

 

IL TEAM INTERNAZIONALE

Il team internazionale è guidato da Andrew Georgitsis, americano, fondatore di UTD nonché protagonista delle storiche esplorazioni speleosub in Florida che, dagli anni Novanta in poi, hanno dato vita al sistema Dir. Dall’Italia Simone Nicolini e, in questa terza spedizione, Marco Bossi. Gli altri componenti del team provengono dagli Usa, Spagna, Polonia, Korea, Singapore e ovviamente dalla Cina: Jason Park, Chew Poh Chang, Adrian Sapota, Gregory Feldeim, Sergi Perez Garcia, Adam Lim, Kace Wong, Brian Kim, Emilio Becker, Javier Angel Puertolas Vera, Juan Alfronso, Fernandez Encinas, Vicente Vivo Cremades, Kelvin Yu, John Goh, Greg Lai, Max Wang, Yang Li, Kiven Zhang, Xie Yan, Zhang Hui.

Il logo del team SCKPP è incentrato su due aspetti fondamentali nel cave diving: sicurezza e conservazione. Per la sicurezza riprende il tipico segnale che viene installato nelle grotte per avvisare i subacquei che soltanto con adeguata formazione, addestramento, protocolli e procedure è possibile immergersi in sicurezza in questi ambienti. Il tridente di Posidone, dio del mare, simboleggia invece l’obbiettivo fondamentale del progetto e anche di Utd: conservare e preservare l’ambiente naturale.

ARTICOLO APPARSO SULLA RIVISTA SCINTILENA

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