Relitto del Nasim II

Tipologia di immersione

La discesa sulla poppa del relitto permette di raggiungere le eliche che meritano sicuramente qualche scatto. Scendiamo poi sul fianco della nave in direzione della prua, seguendo la sagoma del relitto fino ad arrivare nella zona dove la plancia di comando poggia sulla sabbia. Facile intravedere una fila di oblò ancora integri, una bella sirena da nebbia, e tante, tante aragoste. Pinneggiamo lungo il ponte esplorando le strutture di coperta e affacciandoci all’interno della plancia di comando dove un grongo e qualche cernia fanno capolino. Sono poche le aperture attraverso le quali è possibile entrare all’interno del Nasim II, e anche in quei casi è assolutamente sconsigliato farlo: si tratta di locali ciechi, ingombri di fili elettrici penzolanti e di mille oggetti in cui impigliarsi.

Superata la plancia di comando, andando verso prua, incontriamo altre automobili appoggiate sulla sabbia intorno ai 60 metri, vale la pena fermarsi in questa zona per osservare lo squarcio sulla chiglia che si è creato al momento dell’urto. A questo punto il rientro è facile, ripercorriamo la fiancata alta della nave ponendo attenzione alla moltitudine di nudibranchi, claveline, uova di calamaro, flabelli e dando un’occhiata nel blu dove è possibile vedere dentici, ricciole e pesci luna, proprio come quelli del video.

P.S.: Se già conosci il relitto e hai già contato ogni singolo bullone, puoi cominciare a cercare le chiavi nel cruscotto di una delle tante automobili presenti nel “parcheggio”!

P.P.S.: Se hai già trovato pure le chiavi allora è ora di cambiare direzione; il relitto è il perfetto punto di partenza per alcune tra le più belle immersioni tecniche dell’isola!